Quando subiamo una perdita affettiva oppure un lutto il mondo ci crolla addosso
Come comprendere i nostri stati d’animo e come superare il dolore
Ciao, sono Marco Venturi e aiuto le persone nello sviluppo personale in tempi brevi con articoli, podcast, ebook e audio. Evitando quindi anni di tentativi fallimentari e rinunce nell’essere più sani, efficaci e liberi (sopratutto da se stessi) con il metodo delle mappe mentali.
In un momento in cui l’epidemia mondiale ci porta via famigliari e amici spero che questo articolo sia d’aiuto.
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La separazione è sconvolgente, il dolore più difficile. E’ un cambiamento duro da accettare per più ragioni. Siamo esseri che necessitano di amore e sostegno. Chi vive con noi diventa parte di noi, del nostro mondo fisico e mentale. La presenza è serenità, stabilità, forza d’animo, sicurezza.
Un lutto o una separazione spezza questa normalità e si entra in balia di emozioni difficili da gestire e superare..
Esiste un modo per soffrire il meno possibile?.. No.
Purtroppo è un dolore che va vissuto e durante questo percorso si attraversano delle fasi diverse tra loro. Inutile dare previsioni su quanto tempo è richiesto per superare l’accaduto.
A volte servono mesi o anni in base a quanto la persona è importante per noi. Occorre tempo che contiene in sé la presa di coscienza del lutto, l’accettazione di non poter far nulla, il subbuglio emotivo e infine la lenta risalita.
Non si rimane vittime di questo stato per sempre. Col tempo la mancanza viene assorbita dalle abitudini e lascia man mano spazio alla nostalgica solitudine di ricordi piacevoli trascorsi insieme.
Anche in presenza di conflitti il tempo lima le incomprensioni, le situazioni difficili, le rende meno spiacevoli e placa i rimpianti.
Durante questo doloroso percorso emotivo si attraversano delle fasi che sono simili sia in caso di lutto sia di separazione tra consorti.
Le fasi del lutto
- Negazione. Appena veniamo a conoscenza dell’accaduto non riusciamo a comprenderlo. Nella prima fase non accettiamo la perdita perché troppo distante dalla nostra realtà. Neghiamo a noi stessi che le cose siano effettivamente così. Speriamo di vivere un brutto sogno cercando una scappatoia per proteggerci.
- Protesta. Nella seconda fase attraversiamo un alternarsi di emozioni contrastanti. Rabbia e cambi di umore, tristezza, panico, aggressività. La difficoltà a gestire i nostri stati d’animo si esprime così. Per quando sia penoso per noi e per chi ci sta accanto è la risposta necessaria in questa fase. Il dolore che emerge deve essere lasciato uscire in tutte le sue forme per liberarci. Solo così passeremo alla prossima fase.
- Disperazione. Profonda fragilità, ansia, angoscia ripetuta sono i segnali che stiamo assorbendo il lutto e ci prepariamo a cambiare. Questa fase spesso è la più lunga perché richiede un pesante sforzo per riemergere dal buio. Trovare dentro di noi la forza di rialzarci. Per chi è in contatto con una persona in questa fase serve assistere a consolare, comprendere e mai forzare con parole che sminuiscono o incentivare al veloce recupero.
- Accettazione. Lentamente la rabbia e le lacrime diventano più rade. Questo è il punto in cui impariamo a lasciare andare la sofferenza e ad accettare l’accaduto. Il dolore è un maestro implacabile da cui si impara solo attraversandolo. L’unica via per intravvedere una risalita è passare da momenti bui. Anche se questa fase può sembrare la fine della sofferenza purtroppo non è sempre in discesa. A volte si torna alle fasi precedenti e il dolore riaffiora. Con il tempo questi periodi d’instabilità diventano sempre più radi e si procede man mano verso una nostalgica accettazione.
Durante queste fasi necessarie per la nostra piena risalita gli atteggiamenti sono soggettivi e dipendono da più fattori. Forza d’animo, necessità ambientali, responsabilità sul lavoro o verso i figli.
Chi si ferma, si isola e prende tempo per ripartire con calma e chi invece preferisce (o è costretto) a frequentare persone e mantenere attività.
Lavoro, viaggi, amicizie, distrazioni. Tutto può contribuire ad assorbire una perdita ma una cosa è certa.
Occorre tempo per guarire ferite che lentamente vanno rimarginate per non avere ripercussioni emotive o somatizzarsi in dolori fisici.
Come riprenderci da un lutto
Come descritto siamo a livello emotivo pazienti debilitati con necessità di guarire. Persone che non stanno bene. Occorre fare attenzione a come stai tu per prima cosa.
Gli altri possono aiutarti a lenire la sofferenza ma nel tuo modo e con i tuoi tempi puoi fare alcune cose importanti..
- Libera il dolore. Lascialo uscire piangendo, sfogando la rabbia o disperandoti ad alta voce. Esprimi ciò che senti portandolo all’esterno.
- Prenditi spazio per stare solo/a. E’ nell’isolamento della solitudine che possiamo liberarci ma anche riappropriarci di forza e speranza. Rilassati, coccolati come faresti con un cucciolo smarrito.
- Non soffermarti sui motivi per cui è successo. I perché ti legano al passato e non ti lasciano accettare l’accaduto. Pensa come ripartire visto ciò che è successo.
- Ripensa alle cose di una volta. Alle piccole cose che ti piaceva fare, alle passioni messe in disparte, al libro mai finito. Riascolta la musica di allora, guarda i vecchi film. Alleggeriranno il tuo presente.
- Rifletti sul futuro. Su cosa ti concentrerai, come ti rialzerai e cosa farai da domani. Molte persone, risposte o atteggiamenti che allora erano difficili avranno un’influenza minore su di te. Ti sarà più facile sopportarli guardando avanti.
- Non darti regole troppo strette. Stai preparando la tua rinascita per cui accetta di cambiare ciò che ti potrebbe limitare. Tieniti a distanza da ferree convinzioni o abitudini mentali legate al lutto. Molto spesso sono esasperate da emozioni troppo intense.
In conclusione il dolore va attraversato e lasciato fluire. Come un fiume che ha bisogno di nuova acqua per pulire il fondo. Un lutto è una perdita che ci fa acquisire nuove paure ma ci rende più forti per combatterle.
Non ci si prepara mai al dolore ma la consapevolezza è un aiuto importante.
Un abbraccio Ciao Marco
Immagini da Pexels