Anteprima e sintesi di” Le madri non sbagliano mai”
Prima di lasciarti al riassunto del grande classico di Giovanni Bollea vorrei fare una considerazione.
Tengo particolarmente a questo tema dal momento che in oltre 30 anni di attività con bambini e genitori ho un’idea precisa e confermata da mille riscontri, spesso drammatici.
Ciao, sono Marco Venturi e dalla passione sulla nostra mente ho creato un’attività e una comunità con migliaia d’iscritti. Condivido idee, mappe mentali ed ebook per essere più efficaci e liberi (sopratutto da noi stessi).
Non si nasce genitori ma lo si diventa
Sopratutto in questo periodo in cui siamo obbligati a restare in casa possiamo fare la differenza. E’ qui che il nostro esempio è chiaro.
La salute, la libertà, la voglia di fare, di vivere appieno, di avere un sano amore e di costruirsi una carriera soddisfacente del giovane e poi adulto di domani è in mano ai genitori.
E’ sempre stato così. L’ambiente famigliare è il punto d’inizio di ogni gruppo, società o nazione. Prima ancora della scuola si getta il seme per crescere liberi ma forti e responsabili davanti alle intemperie.
Ma se sbagliamo il messaggio noi genitori, se non diamo esempi.. Se non prendiamo il tempo per stare con loro. Per capirli, per supportarli ma con regole chiare programmeremo la loro futura infelicità.
Consapevolezza del proprio arduo compito di genitore e responsabilità. Quella di guardarsi dentro e di ammettere che spesso siamo noi adulti i più bambini.
Quelli che corrono dietro a mille necessità dimenticando che a casa c’è chi si fida di noi.
Non sottovalutare la scelta di essere genitore. Richiede di cercare, informarsi e leggere, tentare infinite strade per creare un ambiente che ogni bambino merita.
Le madri questo lo sanno, ecco perché non sbagliano quasi mai..
I tre principi fondamentali dell’educazione secondo Bollea sono:
“Educare vuol dire entrare in empatia con il proprio figlio, è l’attitudine a condividere i propri pensieri con i suoi, senza necessariamente avere in comune gli stessi sentimenti e le stesse idee, ma con la precisa volontà di capirlo nel senso più profondo e di cercare, con il cuore e con la ragione, di fare sempre qualcosa per lui”.
Con l’aggiunta di link per approfondire:
Le madri non sbagliano mai
Dedicato a tutti quei genitori che si sentono confusi e disarmati di fronte ai figli, questo libro fa leva sul buon senso.
L’intenzione, dichiarata, è restituire serenità e insegnare a non deformare, complicandoli inutilmente, i messaggi, spesso semplici e diretti, che i bambini ci lanciano.
Il libro è suddiviso in brevi capitoletti: la madre, il padre, i figli, i fratelli, i nonni, la scuola, la TV, la lettura ecc., raccolti sotto voci generali.
Bollea si rifà agli incontri con i genitori e segue lo stesso metodo della seduta, lasciando che il quadro del problema o dell’argomento si venga componendo da sé.
Le 7 regole di Giovanni Bollea (“Le madri non sbagliano mai”)
1. Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.
2. Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.
3. I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.
4. Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.
5. Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.
6. Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.
7. Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro.
La chiamo: la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco.
Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.
Trovi il Libro sul link: Il giardino dei libri
Stammi al meglio ciao Marco
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La verità per apprendere e ricordare non è come ci insegnano a scuola...
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Chi Sono
Sono Marco Venturi. Docente, ricercatore e imprenditore online.
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