Siamo ciò che vediamo, nulla di più.
Ciao, sono Marco Venturi e dalla passione sulla nostra mente ho creato un’attività e una comunità con migliaia d’iscritti. Condivido idee, mappe mentali ed ebook per essere più efficaci e liberi (sopratutto da noi stessi).
Questo esercizio di proiezione è in grado di darci una maggiore consapevolezza di chi siamo, è una occhiata nella nostra parte profonda, nel nostro inconscio, nel quale sono nascoste delle cose che magari non sappiamo di avere ma che possono parlarci di noi.
Prima però, vorrei parlare un attimo della frase di copertina: tu sei quello che vedi, cosa vuol dire?…
Ogni cosa esterna al corpo e alla mente è una proiezione del nostro mondo interno, in altre parole il mondo ci fa da specchio. Riflette esattamente in ogni istante ciò che abbiamo dentro.
Alcune volte è difficile ammettere che rabbia, paura o frustrazione siano parte di noi come dolcezza, generosità, gioia o qualsiasi tratto positivo che vantiamo di possedere.
Non vediamo le cose per quello che sono, ma per quello che SIAMO.
Il mondo attende di parlare di te. In effetti non vede l’ora di farlo.
Questo esercizio ci porta alla consapevolezza di cosa si muove dentro di noi. Un’occhiatina per per usare la frase di un film, che può essere profonda ed anche piacevole da scoprire in base alle nostre credenze inconsce.
ESERCIZIO DI PROIEZIONE di John Enright
Tratto da Pensiero positivo 100% di Max Damioli e Licia Consoli
Dal testo di Max Damioli
Ho utilizzato personalmente questo esercizio più di 2000 volte, oltre ad averlo utilizzato centinaia di volte con gruppi, allievi e clienti. Cerca un amico con cui fare l’esercizio: è più potente e divertente condividerlo con qualcuno.
Se non riesci a trovarlo puoi eseguire l’esercizio da solo, utilizzando un registratore per riascoltare ciò che hai detto e conoscere te stesso.
Esercizio base di proiezione
È importante che tu descriva l’oggetto in prima persona. Se lavori in gruppo ricordatevi questa regola a vicenda, nel caso in cui uno dei due durante l’esercizio parli in terza persona.
Se svolgi l’esercizio da solo controlla con il registratore che stai continuando a usare la prima persona.
Il successo dell’esercizio dipende da questa semplice regola. Continua a descriverti come l’oggetto che hai scelto per due o tre minuti.
Ora ti darò una serie di frasi che completerai sempre usando la prima persona, come se fossi l’oggetto che hai preso in considerazione:
Termina con qualche altra frase, sempre in prima persona.
Hai notato come alcune delle frasi che hai pronunciato (relative all’oggetto da te scelto) possono riferirsi a te? Sorprendente! Ti sei divertito o a volte hai avvertito ansia su qualcosa che hai detto? Bene!
Il processo fondamentale sul quale stai lavorando è quella che si chiama “proiezione”.
Cosa accade in una proiezione? Alcune sensazioni cominciano a emergere e sono sensazioni che probabilmente, per qualche motivo, non desideri che vengano a galla, a livello conscio. Forse sono sensazioni che non ti fanno sentire a tuo agio o hai paura che non siano accettate.
Dal momento che non hai intenzione di lasciar emergere nella consapevolezza queste sensazioni, le sotterriamo in profondità e cominciamo a sopprimerle. Ma le cose non amano restare seppellite, soppresse; così la sensazione comincia a “esprimersi” entrando in connessione con qualche oggetto o persona “là fuori”.
Qualcosa di quell’oggetto o di quella persona è associata alla sensazione/emozione che stai sopprimendo e in questo istante possiede un po’ della tua energia, attira la tua attenzione e cominci a notarlo.
Ecco perché hai scelto quell’oggetto: perché c’era una parte di te in esso. In un altro momento, in un altro stato emotivo, avresti scelto qualcos’altro.
Ho utilizzato questo esercizio così spesso che ora mi viene quasi automatico: lo faccio senza pensare.
Molto spesso ciò che vedo e che imparo quando lo faccio mi è molto utile per avere maggiore chiarezza su ciò che sto cercando di sopprimere, talvolta piangendo, talvolta ridendo, ma ogni volta rivelando parti di me.
Siamo tutti collegati con il mondo circostante da una rete di significati e associazioni.
Il detto Hindu: “tu sei quello che vedi” è vero.
Quando pensiamo di vedere un’altra persona, stiamo invece vedendo una parte di noi che proiettiamo su quella persona.
Non possiamo riconoscere nessuna qualità di quella persona che in qualche modo non ci appartenga.
Se vedi la rabbia in una persona, significa che ci sono tracce di rabbia in te altrimenti non avresti potuto riconoscere quella qualità in quella persona.
Questo non significa che quella persona non sia arrabbiata: molto probabilmente lo è, ma la rabbia che vedi è un mix della tua e della sua. Max Damioli da Pensiero Positivo 100%
Una simpatica ma profonda metafora è quella del cane allo specchio conferma ulteriormente che vediamo esattamente ciò che siamo, come possiamo trarre informazioni da questo?…
Osservare l’ambiente e vedere come si comporta nei nostri confronti, se settimanalmente o addirittura giornalmente incontriamo difficoltà o incomprensioni con gli altri è un segnale, un monito per indagare dentro di noi e scoprire cosa ci fa soffrire al punto di vederne gli effetti nel mondo esterno.
Ho eseguito questo esercizio di proiezione più volte al ritorno dalle mia passeggiate mattutine e l’oggetto da cui ho ricavato più informazioni è il sole. Il quale a volte è troppo caldo e abbagliante ma indispensabile per la vita di tutti, sempre li a guardarci dall’alto della sua energia e a sorridere dei nostri affanni.
Forse per dirci che i nostri insormontabili problemi sono talmente piccoli quanto lo siamo noi rispetto alla grandezza dell’Universo di cui facciamo parte e di cui spesso non comprendiamo gli effetti.
Stammi al Meglio Ciao Marco
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La verità per apprendere e ricordare non è come ci insegnano a scuola...
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Chi Sono
Sono Marco Venturi. Docente, ricercatore e imprenditore online.
Su www.latuamappa.com condivido idee e mappe mentali per imparare e ricordare, essere più efficaci, sereni e liberi (sopratutto da se stessi :)