Ciao, sono Marco Venturi e aiuto le persone nello sviluppo personale in tempi brevi con articoli, podcast, ebook e audio. Evitando quindi anni di tentativi fallimentari e rinunce nell’essere più sani, efficaci e liberi (sopratutto da se stessi) con il metodo delle mappe mentali.
Il mestiere di genitore è il più difficile perché ogni volta è una prova, un nuovo modo per dare l’esempio, per fare la cosa giusta anche quando pesa sul cuore.
A mio avviso servirebbero corsi serali obbligatori per neo genitori e una cosa condivido appieno con l’autore del libro di oggi edito da Solferino..
Si può ritornare bambini ma prima occorre diventare adulti..
Altrimenti come rammenta lo psicologo e scrittore Giuglio Cesare Giacobbe sui suoi libri, si finisce con il fare notevoli danni e con il soffrire entrambi, bambini e genitori..
Un Video di presentazione, l’introduzione dell’illuminato romanzo di Massimo Gramellini e dove acquistare il libro…
Prima che tu venga al mondo
La bambinitudine è lo stato di grazia che i bambini possiedono in modo inconsapevole e gli adulti si sforzano per il resto dei loro giorni di ritrovare. Non è un concetto, ma una predisposizione dell’anima alla scoperta.
A vivere ogni volta come se fosse la prima.
Quando è stata l’ultima volta che avete fatto qualcosa per la prima volta? Che avete scoperto qualcosa di inaspettato e avete provato un’emozione nuova?
Immaginate un uomo che, superata la soglia dei cinquant’anni, diventa padre quando ormai, in famiglia e sul lavoro, si era adagiato su una perfetta vita da figlio. Che cosa può rompersi o scatenarsi all’improvviso?
Il nuovo libro di Massimo Gramellini è il racconto di una trasformazione e di un’attesa. Nove capitoli, uno per ogni mese di «gravidanza», che compongono una lunga lettera, emozionante e ironica, destinata a un bambino che non c’è ancora mentre si fanno i conti con un padre che non c’è più.
Una storia d’amore e di rinascita che ci ricorda come attraverso gli altri possiamo ritrovare in noi stessi infinite risorse e comprendere ciò che conta davvero.
Se «la vita è un gioco e vince chi ritorna bambino», per riuscirci bisogna prima diventare adulti.
MASSIMO GRAMELLINI scrive Il Caffè in fondo alla prima pagina del «Corriere della Sera», cura la posta sentimentale di
7 nella rubrica 7 di Cuori e conduce il programma di Raitre Le parole della settimana. Oltre ai saggi e alle raccolte di articoli, ha pubblicato i romanzi: L’ultima riga delle favole (2010), Fai bei sogni (2012) e Avrò cura di te (con Chiara Gamberale, 2014).
Prima che tu venga al mondo
Meno NOVE
I desideri sono ricordi.
Non si desiderano le cose che non abbiamo conosciuto, ma solo quelle che abbiamo perduto.
La mia compagna ha un ritardo inspiegabile e mi spedisce in farmacia per chiedere un test di gravidanza.
Ci ritroviamo a scrutare un piccolo schermo su cui entro tre minuti apparirà la scritta fatale.
Incinta
Non incinta
E in quei tre minuti mi passa davanti la vita.
Primo compleanno
La candelina si erge come un obelisco sopra la Tartufata, una torta ricoperta di scaglie di cioccolato fondente, tuttora la mia preferita. Intorno al bimbo biondo che gonfia le gote, l’immagine disvela un paio di nonne e un numero ragguardevole di parenti collaterali.
Persino due genitori. Mio padre si distingue facilmente dal resto della comitiva: è l’unico che non sorride.
Ho avuto una famiglia. Anche se me lo sono dimenticato.
Decimo compleanno
La Tartufata è la stessa, mentre la folla si è rattrappita alle dimensioni di un tandem. E mio padre non è più l’unico a non sorridere nella foto.
Non cominciamo con le versioni consolatorie. Sottoscrivo appelli contro le fake news e poi ne sforno su me stesso a getto continuo, pur di piegare l’autobiografia ai miei comodi.
Diventare un padre di famiglia non è mai stato nella lista delle mie aspirazioni. Ma non è vero che non ho voluto un figlio perché vantavo un curriculum da orfano precoce e mi spaventava il pensiero che potesse condividere lo stesso destino.
Ed è altrettanto subdolo insinuare che temevo di diventare un padre come mio padre. Papà era diverso da me, ma non era un mostro. Imputare a lui la mia renitenza alla riproduzione sarebbe eccessivo. Ad alimentarla era il timore che, diventando padre, avrei smesso di essere figlio.
Associavo l’essere figlio a una serie di benefici non negoziabili, come l’irresponsabilità e la libertà creativa.
Cinquantaquattresimo compleanno
Un selfie con la Tartufata, e l’unica a sorridere è lei.
Superata la soglia dei cinquant’anni, ero riuscito a costruirmi una perfetta vita da figlio.
Vivevo con una donna alla quale permettevo, e inconsapevolmente chiedevo, di trattarmi da figlio. Al giornale su cui scrivevo dai tempi di George Bush padre mi consideravano un figlio: il dispari della nidiata a cui tutto è concesso, ma nulla affidato.
E in televisione ero l’ospite fisso di un conduttore accudente, che mi permetteva di fare il figlio anche lì. Eseguivo il mio esercizio dialettico disinteressandomi del contorno. Guardare la telecamera, per esempio. Possibilmente quella accesa.
Mi circondavo di animali, un gatto e tre cani, ciascuno depositario di una trama straziante di torture e abbandoni.
Ma persino quelle creature, che nella rappresentazione scenica avrebbero dovuto incarnare i miei figli, si erano ritrovate a farmi da genitori. Tra le loro zampe andavo a cercare la comprensione e l’affetto che non sapevo darmi da solo.
I bambini entravano nella mia vita solo quando vi erano trascinati dal vento della cronaca. Allora diventavano storie per i miei corsivi. E nessuno più di Gabriele Francesco…
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Stammi al Meglio ciao Marco.
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La verità per apprendere e ricordare non è come ci insegnano a scuola...
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Chi Sono
Sono Marco Venturi. Docente, ricercatore e imprenditore online.
Su www.latuamappa.com condivido idee e mappe mentali per imparare e ricordare, essere più efficaci, sereni e liberi (sopratutto da se stessi :)